L’opera di ottima fattura , rappresenta la caduta di Gesù durante l’aspro tragitto verso il Calvario. Nostro Signore è rappresentato al centro della composizione.
L’artista mette ben in evidenza il luogo, sullo sfondo si intravede il calvario dove si intravedono due croci e in alto sulla sinistra le antiche mura di Gerusalemme. Infatti, a quei tempi, il calvario era posizionato all’esterno delle mura. Queste sono ben curate dall’artista, sia nei segni che nella tessitura dei materiali.
La luce illumina la scena da sinistra verso destra, mettendo in evidenza la linearità e la carnosità dei volti umani.
La luce, unica, irreversibile, illumina questa scena drammatica , dove il bene ed il male vengono messi in contrasto. Vi è la separazione tra il sacro ed il profano, uno da una parte e l’altro dall’altra. Cristo è al centro, il Dio fatto carne che abitò tra gli uomini. Le mani di Maria inaspriscono il dramma dell’evento, l’atto che deve essere compiuto e le mani congiunte in segno di preghiera della Maddalena diventano un segno di speranza per tutta l’umanità.
Nostro Signore è rappresentato al centro del quadro. L’autore ha voluto mettere in evidenza due figure principali: il Cristo e Maria. La messa in evidenza è stata effettuata illuminando di più le figure, che emergono in primo piano. La tecnica adottata è mista con olio e terre su tela;
Il quadro, bello per la perfetta anatomia del Cristo e ricco di personaggi, che per la plasticità dei movimenti e del panneggio lo rendono di buona fattura e qualità artistica.
Pur esistendo da molti anni nella Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cielo due pregevoli tele raffiguranti due scene della «Via Crucis», mai nessuno aveva considerato la preziosità delle opere. Le tele delle dimensioni di m. 1,12 x m. 1,45 raffigurano una la Caduta di Gesù e l’altra la Deposizione dalla Croce, ( per il significato e la lettura far riferimento sopra nella spiegazione dell’ architetto Moscato). Le due opere notevolmente deteriorate dal tempo e dall’abbandono sono state recentemente riconsiderate per il loro intrinseco valore artistico dal Parroco don Antonio Blundo che, riconosciuto il pregio, ha provveduto a farle restaurare dall’architetto Emilio Pietrolà.
Le tele sono state restituite al loro vecchio splendore e recentemente sono state esposte al pubblico nella Sala Consiliare del Comune di Villanova del Battista.
Le opere di ottima fattura sia per i soggetti che per lo stile, sono da attribuirsi agli allievi della Scuola di Luca Giordano. Con molta probabilità appartengono a Luigi Postiglione, un minore della Scuola Napoletana del 700. Esse vagheggiano lo stile della Scuola Veneta ed in particolare di quello del Veronese, di cui Luca Giordano aveva subìto l’influsso.(Questa ipotesi, oggi è superata, secondo gli ultimi studi che attribuiscono le due tele alla Scuola di Luca Giordano e precisamente al maestro Solimene).
Molto probabilmente le due tele fanno parte della intera «Via Crucis», ma le altre raffigurazioni sono andate o perdute o disperse presso altre Comunità Religiose.