CATECHISTI

Anno 2024

Gruppo Catechisti:

  1.  Angelica 1ª e 2ª 3ª elementare
  2.  Viviana 4ª elementare;
  3. Giovanna e Giovanna Raffa 5ª Elementare ;
  4. Sofia e Umberto  Medie;.
  5. Don Tonino 1° anno Cresime;
  6. Silvana e Cristina 2°  anno Cresime.
“Se non sei un bravo cristiano, non hai niente di valido da trasmettere ai ragazzi che si preparano a diventare dei bravi cristiani”. ( Francesca Fabris da Credere n°38-2016)

Per essere un bravo catechista ci vuole l’essere, il sapere e il saper fare.

L’essere perchè se non sei un bravo cristiano, non hai niente di valido da trasmettere ai ragazzi che si preparano a diventare dei bravi cristiani; il sapere, perchè devi studiare la Bibbia, i catechismi e i documentidel Magistero( soprattutto il Documento Base) se vuoi avere qualcosa di interessante da trasmettere e una valida parola che non sia  il ” io la vedo così, a me pare che …” ispirato dal sentimento; e il saper fare perchè la catechesi, al pari della didattica scolastica, ha bisogno di una sua metodologia e bisogna acquisirla, impratichirsi, padroneggiarla a dovere non solo perchè ti aiuta a interessare i ragazzi, e così avrai meno problemi di disciplina, perchè staranno sempre tutti attenti.

Poi bisogna sempre ricordare che i ragazzi rammentano il 30% di quello che ascoltano, il 60% di quello che ascoltano e contemporaneamente vedono, il 90% di quella che ascoltano, vedono ed eseguono.

Perciò se il catechista si limita a parlare, avrà un 30% di buon risultato, se il catechista parla e fa vedere un cartellone, un filmato o delle fotografie, avrà il 60% di buon risultato, se fa vedere immagini e fa fare ai ragazzi una drammatizzazione, o li fa fare esperienze concrete, otterrà un 90% di buon risultato.

La scelta dei catechismi è importante perchè ti aiutano a seguire un cammino progressivo nel trattare gli argomenti, un linguaggio sempre a portata di un bambino, una proposta super allettante quando si rivolgono agli adolescenti che, si sa, hanno sempre bisogno di eroi a cui ispirarsi. (Papa FRANCESCO)

DECALOGO DEL CATECHISA SECONDO

1.  Conoscere ogni ragazzo/persona per nome

2.  Incontrare i genitori dei ragazzi

3.  Mettere sempre a proprio agio

4.  Dare fiducia a tutti

5.  Valorizzare le diverse capacità

6.  Incoraggiare gli interventi dei ragazzi/presenti

7.  Non esprimere giudizi

8.  Rispettare il “giardino segreto” degli altri

9.  Considerare positivamente la loro cultura

10. Mantenere la parola data

Papa  Francesco 31.V.2013

 INCONTRO FORMAZIONE CATECHISTI ogni 2° Martedì del mese

24 settembre2015

ESSERE DONO PER L’ALTRO.

1 ts 1, 1 – 5.

Vi ringrazio che siete venuti questa sera per iniziare il nuovo anno catechistico. Riprendere questo servizio dopo l’estate è sempre un aprirsi ad un’avventura che non conosciamo se non per il percorso che più o meno sappiamo di svolgere. Ma l’avventura, si sa, è chiamata così perché nasconde sempre degli imprevisti. Possiamo progettare, inventare, pensare, ma sempre dobbiamo aspettarci qualcosa a cui non avevamo pensato. La fede, in fondo è cosa di Dio, essa è dono ed in ogni persona si manifesta in modo diverso, essa non risponde ad uno standard preconfezionato, ma incarnandosi nelle persone viene è percepita diversamente da ogni singolo uomo o donna.

Eppure, chi ha incontrato Gesù non può fare a meno di condividere questa gioia con gli altri, diventando e sperimentando la dimensione del dono sia nelle relazioni che nella trasmissione della fede.

Vorremmo iniziare il cammino che ci attende con una parola di incoraggiamento, indirizzata soprattutto a chi dovesse sentirsi appesantito da esperienze negative. Dovete sapere che, nel vostro essere catechisti, vivete l’esperienza già vissuta da Deogratias, il catechista “in crisi” al quale si rivolge S. Agostino nello scritto “De catechizandis rudibus” (fine IV sec. – inizi V sec.). Volendo aiutare e incoraggiare questo diacono, incaricato della catechesi ai catecumeni, S. Agostino offre alcune indicazioni preziose.

Il suggerimento di Agostino è di tenere sempre presente l’esempio di Cristo che, per amore dell’uomo, ha voluto farsi uguale a lui: «Pur essendo di natura divina, Cristo spogliò se stesso assumendo la condizione di servo […] fino alla morte di croce. E per quale ragione, se non perché si è fatto debole coi deboli, per guadagnare i deboli? […]
In ragione di questo amore, Cristo si è fatto piccolo tra noi, come una nutrice che nutre i suoi figli». Sul suo esempio, il catechista non deve temere di rendere semplice il suo discorso e così spezzare il pane ai piccoli: «Una madre prova maggior piacere a masticare bocconi minuti e a darli al suo piccino che a masticarne e a inghiottirne lei stessa di più grandi. Neppure si dimentichi l’immagine della chioccia, che con le sue morbide piume copre la tenera covata e chiama a sé con voce rotta i pulcini pigolanti» (10. 14).

E ancora l’amore dovrebbe vincere la noia dovuta alla ripetitività: «Se poi ci infastidisce ripetere molte volte argomenti usuali e da bambini, adattiamoci a chi ci ascolta con amore fraterno, paterno e materno e, così uniti in un cuor solo, anche a noi quegli argomenti sembreranno nuovi. […] Forse non accade solitamente che quando mostriamo a persone che mai prima li avevano visti luoghi di splendida bellezza, siti in città o in campagna, davanti ai quali solevamo passare senza sentire alcun piacere per averli già visti molte volte, il nostro diletto si rinnovi partecipando al diletto suscitato negli altri dalla novità? E ciò tanto più accade, quanto più queste persone ci sono amiche, giacché, in virtù del vincolo dell’amore, in quanto siamo in loro, in tanto sentiamo nuove anche per noi le cose vecchie» (12. 17; la traduzione da Sant’Agostino, “Prima catechesi per i non cristiani” e da “Il catechismo di Sant’Agostino”).

Come vedete sempre è difficile essere catechisti, perché noi parliamo di Dio in un mondo, dove ci sono anche tanti battezzati, che hanno scelto di vivere senza Dio, o al massimo di servirsene quanto ne hanno bisogno.

Papa Francesco non fa altro, ogni giorno, di spingerci ad appropriarci della bellezza della nostra fede, e se lo ascoltiamo bene, vediamo anche quante definizioni poco felici, usa per parlare della fede di tanti, che si dicono, cristiani.
Eppure, nonostante tutto, continua ad indicarci la strada di Dio.

Quest’anno, avremo il GIUBILEO della MISERICORDIA, è su questa proposta che noi vogliamo annunziare Cristo.

In un omelia, ha detto Papa Francesco: Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. E’ il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre (cfr Gv 20,21-23). E’ per questo che l’Anno Santo dovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre.
Un Anno Santo per sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti. Un Giubileo per percepire il calore del suo amore quando ci carica sulle sue spalle per riportarci alla casa del Padre. Un Anno in cui essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia.
Ecco perché il Giubileo: perché questo è il tempo della misericordia. E’ il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti, la via del perdono e della riconciliazione.
Allora il catechista è chiamato ad essere:strumento di questa misericordia di Dio.

• E’ chiamato ad aprire la porta del cuore al Signore, ad aiutare i ragazzi a conoscerlo, annunciando la Parola con la propria vita, sulle orme dei tanti testimoni biblici.
• Il catechista è una persona la cui fede costituisce l’orientamento della propria vita e diventa così un aiuto anche per gli altri.
• I catechisti, dunque, non sono semplicemente dei ripetitori di elementi della fede imparata sui libri. Sono piuttosto persone conquistate da Dio, talmente affascinate dalla sua proposta di vita da non poter più tacere … Proprio questo intenso coinvolgimento personale riesce a contagiare altri fratelli nella bella avventura del Vangelo

Il Papa ai catechisti ha detto delle cose bellissime che un po’ alla volta le riprenderemo nei nostri incontri e ci rifletteremo. Questa sera vi dico come ha iniziato questo discorso, parlando alli’incontro internazionale con i catechisti:

« Grazie di questo servizio alla Chiesa e nella Chiesa.
Anche se a volte può essere difficile, si lavora tanto, ci si impegna e non si vedono i risultati voluti, educare nella fede è bello! E’ forse la migliore eredità che noi possiamo dare: la fede! Educare nella fede, perché lei cresca.
Aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti a conoscere e ad amare sempre di più il Signore è una delle avventure educative più belle, si costruisce la Chiesa! “Essere” catechisti! Non lavorare da catechisti: questo non serve!
Io lavoro da catechista perché mi piace insegnare… Ma se tu non sei catechista, non serve! Non sarai fecondo, non sarai feconda! Catechista è una vocazione: “essere catechista”, questa è la vocazione, non lavorare da catechista».
Badate bene, non ho detto “fare” i catechisti, ma “esserlo”, perché coinvolge la vita. Si guida all’incontro con Gesù con le parole e con la vita, con la testimonianza. Ricordatevi quello che Benedetto XVI ci ha detto: “La Chiesa non cresce per proselitismo. Cresce per attrazione”.
E quello che attrae è la testimonianza.

Quest’anno, dunque, vi chiedo un impegno maggiore, innanzitutto a crescere nella fede, poi ad essere pienamente coinvolti nel giubileo della Misericordia, con letture personali, preghiera, e riscoperta del sacramento della Penitenza.

Preghiera del Catechista

A te, Signore, che sei Padre
e fonte di ogni amore,
affido coloro a cui mi mandi.
Ogni ragazzo ha valore ai tuoi occhi
e vorrei tanto che conoscessero il tuo Nome.

Gesù, che mi inviti a seguirti,
come un giorno hai chiamato
Pietro, Giacomo, Giovanni,
ti prego di rafforzare la mia fede,
perché cresca in me la gioia
di annunciare il tuo Vangelo.

Spirito Santo, fuoco di Pentecoste,
che mantieni viva la tua Chiesa
e sei l’anima dei testimoni,
confermami nella missione,
perché altri, attraverso me,
sentano l’invito a credere
e diventino discepoli.

AIUTA LA TUA PARROCCHIA


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